Implantologia e parodontologia

L’implantologia rappresenta il futuro della ricerca odontoiatrica e ha raggiunto standard di sicurezza, credibilità e previsione di successo affidabili nel tempo. Con l’avvento del titanio si è risolto il problema del tanto temuto “rigetto” e oggi i nuovi impianti vengono perfettamente integrati nell’osso. E quando ci troviamo in condizioni di “poco o scarso tessuto osseo”, possiamo integrarlo con l’uso di membrane biocompatibili o con l’innesto di osso autologo o sintetico.

Nei casi più difficili, ricorriamo a griglie di titanio che contribuiscono spesso a ricreare un substrato osseo adatto a ricevere l’impianto. Quando invece c’è poco osso a livello del mascellare superiore, optiamo per un mini o maxi rialzo del seno.

Lo studio offre la possibilità di effettuare anche impianti post-estrattivi e a carico immediato, con tecnica “all on four” o “all on six”.

La parodontologia, invece, è quella branca dell’odontoiatria che si occupa delle malattie del parodonto, ossia la struttura responsabile della stabilità del dente e della sua salute.  Il parodonto è formato dalla gengiva, dal legamento parodontale che tiene ancorato il dente, dall’osso e dal cemento radicolare.

Alla base della malattia parodontale, chiamata una volta piorrea, c’è una scarsa igiene orale, che però può essere accompagnata da diversi altri fattori aggravanti come il fumo, il diabete, lo stress, la gravidanza e l’ereditarietà. All’inizio il paziente si lamenta per una gengiva gonfia, dolorante e sanguinante dopo lo spazzolamento. Questi sono i primi segnali d’allarme. E in questa fase tutto si può risolvere con una buona seduta di igiene professionale, motivando e istruendo il paziente a continuare poi, a casa sua, ciò che si è iniziato allo studio.

Un netto miglioramento avverrà nel giro di qualche giorno e il controllo periodico rassicurerà ulteriormente il paziente. Quando invece la malattia è in fase avanzata, oltre ai sintomi prima descritti, il paziente comincia a lamentare dolore alla masticazione (il dente comincia a muoversi), alito pesante e comparsa di pus vicino ai denti (la gengiva e l’osso cominciano a ritirarsi). A questo punto la terapia diventa chirurgica e bisogna attaccare i focolai (tasche) con procedure che mirano a rimuovere tutto il tartaro e il tessuto malato, sostituire l’osso distrutto e ridare stabilità ai denti.