Quante volte mi hanno chiesto allo studio: “Dottore, quale spazzolino è meglio usare? Elettrico o manuale?”
All’inizio della mia professione rispondevo che dipendeva dalle abitudini e dal tempo a disposizione e cercavo di non modificare le tendenze del mio paziente. Dopo circa trent’anni di professione, con il continuo perfezionarsi della tecnologia e con l’esperienza maturata, consiglio quello elettrico.
Il punto però non è tanto decidere se usare lo spazzolino elettrico o manuale, ma conoscere il modo in cui ci si lava i denti. Mi spiego meglio: si possono ottenere buoni risultati usando entrambi, ma ho notato che il minor tempo che oggi abbiamo a disposizione e la crescente consapevolezza dell’importanza di una buona igiene e salute dentale spingono il paziente a lavare i denti in fretta e con molta energia. Si generano così retrazioni gengivali e usura dello smalto, fino a creare in esso dei veri e propri solchi, che nel tempo è necessario trattare con otturazioni in composito o addirittura faccette in ceramica o, nei casi più gravi, con corone protesiche. Lo spazzolino elettrico, invece, almeno quello di buona marca, ha raggiunto alti livelli di performance. Al classico movimento rotatorio, infatti, si è aggiunto quello vibrante prima e orbitale dopo, con avviso acustico o meccanico del tempo necessario allo spazzolamento.
Quasi tutti i pazienti, dopo circa sei mesi di utilizzo, mi hanno riferito netti miglioramenti per quanto riguardava il sanguinamento, l’alitosi, la diminuzione di sensibilità al caldo e al freddo e, soprattutto, una stabilizzazione delle lesioni dello smalto.
L’Accademia Americana di Igiene Orale ha dimostrato che lo spazzolino elettrico di ultima generazione permette di rimuovere il 97% della placca e che il 90% circa degli igienisti e dentisti professionisti lo utilizza e lo preferisce a quello manuale.
A presto!